Botrite della vite: gestirla si può

5 agosto 2016

Tramite l’adozione di programmi razionali di difesa e una corretta gestione del vigneto si possono scongiurare i danni prodotti da Botryis cinerea

 

Non solo peronospora e oidio affliggono la vite. Spesso sottovalutata, la botrite della vite (Botrytis cinerea) è invece una malattia fungina capace di arrecare pesanti danni quali-quantitativi, in special modo nelle varietà a grappolo compatto e in quelle maggiormente sensibili come Moscato, Nebbiolo o Pinot grigio.

 

Tra i fattori esterni maggiormente predisponenti giocano un ruolo chiave gli andamenti meteorologici, come pure una gestione poco razionale dei vigneti. Umidità e pioggia esaltano infatti la diffusione del fungo in primavera ed estate, in particolar modo nei vigneti caratterizzati da eccessivo rigoglio vegetativo, foriero di ristagni di umidità in prossimità dei grappoli. Anche la fase di accrescimento del grappolo e l’esposizione dei vigneti influenzano il successo degli attacchi di muffa grigia, la quale trova spesso come alleate tignole e tignolette della vite, le cui perforazioni larvali aprono la via alle infezioni, ma anche l’oidio, capace di produrre analoghi varchi causando spaccature lungo la buccia degli acini.
Per tali ragioni, sebbene i trattamenti con antibotritici restino lo strumento chiave, la gestione della patologia necessita un approccio fortemente integrato, adottando tutte le pratiche atte a ottimizzare la gestione complessiva del vigneto.

 

Per esempio, vi sono alcuni interventi agronomici atti a creare condizioni sfavorevoli alla malattia. Tra questi la sfogliatura, grazie alla quale si assicura un maggiore arieggiamento dei grappoli e un conseguente minore ristagno di umidità. La sfogliatura migliora peraltro anche l’efficacia dei trattamenti, i quali possono meglio distribuirsi ove più servono, cioè sui grappoli.

 

Di concerto, vanno evitati eccessi nutrizionali azotati, come pure vanno controllate le tignole attraverso applicazione dei più opportuni insetticidi o tramite la pratica della confusione sessuale.
Fatto salvo il rispetto di tali semplici regole agronomiche, vanno poi eseguiti i necessari interventi con antibotritici.

 

La strategia completa prevede quattro precisi momenti d’intervento nelle fasi di pre-fioritura, pre-chiusura grappolo, invaiatura e infine pre-raccolta. Il numero delle applicazioni sarà ovviamente in funzione dell’andamento stagionale e della sensibilità varietale. Attualmente è allo studio anche un modello previsionale utile per determinare le epoche ottimali di intervento. Il modello ha infatti evidenziato due momenti particolarmente delicati in cui è fondamentale porre massima attenzione al contenimento del fungo, ovvero dalla fase di infiorescenze visibili a quella di grano di pepe, ove le infezioni sono causate dai conidi del fungo, e poi nella fase di grappoli maturi, in cui l’attacco può essere causato sia da conidi sia dal micelio. Fondamentale risulta, comunque, intervenire prima che i sintomi siano visibili, viste le difficoltà a contenere i danni e controllare il fungo una volta comparsa la malattia.

 

Danni economici

 

Attualmente le cantine appaiono sempre più orientate alla penalizzazione economica del prodotto conferito in caso questo presenti danni da botrite. Ciò perché le uve colpite da botrite influenzano in maniera drammatica la qualità dei vini. Ingenti possono quindi essere le perdite economiche per le aziende viti-vinicole a causa della diminuzione delle rese e della ridotta qualità. In particolare la muffa grigia può aprire la strada a infezioni secondarie di alcuni funghi saprofiti, come Aspergilli e Penicilli, i quali causano significativi aumenti dei livelli di Ocratossina limitando fortemente la qualità finale del vino. Inoltre la minaccia di un attacco del fungo può spingere alla raccolta anticipata, impedendo l’ottimale maturazione.

 

Infine altri costi economici che l’azienda deve sostenere sono da imputare alla necessità di impiegare ulteriore manodopera per la selezione dei grappoli colpiti, o di effettuare costose opere di correzione in cantina.